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"È la voce della famiglia, la colonna sonora dell'infanzia in paese. L'io ancestrale. Il legame rimasto vivo specialmente con mia madre, il cui tono amaro e beffardo risuona fresco nella mente. Quella lingua a volte lapidaria, pur nella leggerezza, che è spesso sorriso e ironia di intima verità. Il dialetto si è insinuato piano piano, onda pungente di colore e sentimenti, a dare carattere al presente col sapore del passato. Il dialetto è quel filo evocativo che ti avviluppa stretta a ciò che sei, perché "essere è tessere" come insegna Maria Lai nelle sue opere. È cucire e ricucire il filo dell'appartenenza per creare un continuum tra generazioni e territorio." (Luisa Paci)